sabato 23 marzo 2013

ISRAHELL FUCK YOU


 Le recenti misure israeliane negano ai civili palestinesi il diritto al risarcimento

- Gaza
– Nel mese di febbraio 2013 il Tribunale israeliano centro-meridionale di Be’er Sheva ha respinto 14 cause di risarcimento da parte di civili, portate innanzi alla Corte dal Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR). Queste cause cercavano di ottenere il risarcimento e la riparazione per i morti, i feriti e i danni materiali subiti dai civili palestinesi a causa di presunte violazioni del diritto internazionale commesse dagli israeliani durante gli attacchi militari.

Queste disposizioni fanno parte di una serie di provvedimenti adottati dalle autorità israeliane in questi ultimi anni, che hanno portato all’accantonamento di un gran numero di cause legali, e hanno lo scopo di impedire ai palestinesi di chiedere il risarcimento in caso di violazioni del diritto internazionale da parte di Israele.

Attraverso queste cause civili, il PCHR si adopera per assicurare il rispetto delle norme di diritto internazionale consuetudinario, che riconosce ad ogni singola vittima il diritto alla riparazione, in quanto ogni Stato che viola il diritto umanitario internazionale è tenuto al pieno risarcimento per il danno causato alle vittime. Tuttavia, il legislatore israeliano e la magistratura, attraverso le loro modifiche legislative e le decisioni recenti, hanno imposto vari ostacoli di tipo finanziario, legislativo e procedurale per quel che riguarda l’attuazione della giustizia nei confronti delle vittime.

Delle 14 cause, il giudice ne ha respinte 11 facendo valere l’emendamento n° 2012/8 della legge dell’illecito civile israeliano (Responsabilità dello Stato), che assolve totalmente lo Stato di Israele da ogni responsabilità derivante da danni causati ad un residente di un territorio nemico nel corso di “azioni di combattimento”. Chiaramente questo emendamento viola le norme del diritto internazionale, le quali impediscono ad uno Stato di assolvere se stesso da ogni responsabilità nel caso di gravi violazioni o di danni ingenti perpetrati contro i civili durante le operazioni militari.

Il tribunale ha respinto le altre 3 cause, affermando che non sono state rispettate le norme procedurali, in base alle quali il documento della procura di una causa civile relativa alla Striscia di Gaza è considerato valido solamente se porta la firma e il timbro di un diplomatico israeliano. Tuttavia, osservare questa procedura è impossibile dal momento che ai richiedenti della Striscia di Gaza non è consentito entrare in Israele.

Oltre a ciò, la magistratura impone ostacoli di ordine economico facendo pagare ogni richiedente una garanzia di tribunale, fissata a circa 30.000 NIS (8.000 dollari). Tali spese limitano sensibilmente la capacità del PCHR di perseguire il diritto delle vittime al risarcimento.

Il PCHR ha redatto un memorandum che fornisce una spiegazione dettagliata degli ostacoli menzionati in precedenza.

L’accantonamento di queste cause civili è un grave ostacolo per le vittime, dal momento che si nega loro il diritto di responsabilità e di risarcimento, in particolar modo alla luce delle motivazioni ingiuste alla base delle decisioni del Tribunale. Tali misure ostacolano e scoraggiano le vittime a perseguire il loro diritto di risarcimento e di accesso alla giustizia attraverso cause civili di risarcimento. Effettivamente, il PCHR ritiene che il sistema giudiziario israeliano venga utilizzato per fornire un’illusione di giustizia mentre si nega sistematicamente ai civili palestinesi il loro diritto ad una riparazione effettiva; per questo, il PCHR sta valutando e passando in rassegna tutte le possibili opzioni.

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