venerdì 28 dicembre 2012

IL PRESIDENTE IRANIANO ALL'ONU (chi sono i barbari? )


Mahmud Ahmadinejad  29 settembre, 2012   

Io vengo dall’Iran, dalla terra della bellezza e dell’imponenza, dalla terra della scienza e della cultura, la terra della saggezza e delle virtù, dalla culla della filosofia e della Gnosi, dalla patria del sole e della luce, la terra degli scienziati, dei saggi, dei filosofi, degli gnostici, dei letterati, la terra di Avicenna, Ferdowsi, Rumi, Hafez, Attar, Khayyam e Shahriar; sono quì in veste di rappresentante di un popolo grande e dignitoso, tra i fondatori della cultura umana e tra gli eredi di essa; sono il rappresentante di gente saggia, innamorata della libertà e della pace, affettuosa, che ha assaggiato il sapore amaro delle guerre e delle aggressioni e che ama la pace e la serenità.
Oggi sono qui con voi fratelli e sorelle provenienti da tutto il mondo per parlare per l’ottava volta in otto anni di servizio al popolo del mio paese, e dimostrare al mondo intero che il dignitoso popolo dell’Iran, proprio come il suo passato splendente, ha ancora oggi un pensiero rivolto a tutto il mondo e non rinuncierà a qualsiasi sforzo per lo sviluppo ed il rafforzamento della pace, della sicurezza e della stabilità nel mondo; e l’Iran sa che questo non sarà possibile se non con la cooperazione e l’aiuto degli altri.
Sono quì per riferire a voi rispettabili presenti il messaggio divino degli uomini e delle donne del mio paese. Un messaggio che il maestro dell’orazione della terra d’Iran, Saadi di Shiraz, ha reso immortale in questi due versi:
I figli di Adamo sono uno parte dell’altro, dato che sono creati da un unico gioiello; / quando la vita reca male ad una di queste parti, le altre parti perdono la propria quiete
Nei sette anni precedenti ho parlato delle sfide e delle soluzioni e dell’orizzonte dinanzi al mondo ed oggi voglio osservare questo argomento da un’altra angolatura. Passano migliaia di anni dalla diffusione sulla terra dei figli di Adamo, figli che con colori, gusti, lingue e tradizioni differenti hanno tutti sognato la costruzione di una società piena di amore, per raggiungere una vita più bella e stabilire il benessere, la pace e la sicurezza.
Nonostante lo zelo incessante dei buoni e dei grandi riformatori e degli amanti della giustizia e nonostante i tanti sacrifici delle masse popolari per raggiungere la felicità e la vittoria, tranne delle piccole eccezioni, la storia dell’umanità è stata piena di sconfitte e fatti amari.
Immaginatevi cosa sarebbe successo se gli egoismi, le mancanze di fiducia, le dittature, non ci fossero state e se nessuno avesse usurpato i diritti altrui? Se invece della ricchezza e del consumo, il rispetto ad una persona dipendesse dalle sue virtù? Se l’uomo non avesse attraversato il periodo nero del medioevo, se i potenti non avessero impedito il progresso in quel periodo? Se non ci fossero state le crociate, ed il periodo dello schiavismo, ed il colonialismo? Se non ci fossero stati i due conflitti mondiali e le guerre in Corea e Vietnam e non ci fossero state le guerre che ci sono state in Africa, America Latina e nei Balcani? Se invece dell’occupazione della Palestina e l’imposizione di un falso regime ad essa e la costrinzione di migliaia di persone a lasciare le proprie case si fosse fatto dell’altro? Se non ci fosse stata la guerra di Saddam contro l’Iran ed i potenti di quel tempo invece del sostegno a Saddam avessero sostenuto i diritti del popolo iraniano? Se non si fosse verificato l’amaro fatto dell’11 Settembre e se non ci fossero state le aggressioni contro Iraq ed Afghanistan e se invece di gettare a mare il corpo di un imputato ucciso senza processo si avesse deciso di processarlo in modo che la verità venisse a galla? Se non si fosse usato il terrorismo e l’estremismo per portare avanti politiche espansioniste? Se le armi si fossero trasformate in penne per scrivere e se i budget militari fossero stati usati per il benessere e l’amicizia tra i popoli? Se non si scatenasse in continuazione il tam tam delle divergenze etniche, religiose e razziali e se queste divergenze non venissero usate per raggiungere scopi politici ed economici? Se invece del finto sostegno alla libertà di espressione quando si tratta di offendere le sacralità umane ed i messaggeri divini – che sono gli uomini più puri ed affettuosi e sono i più grandi doni di Dio all’umanità – si permettesse la critica alle politiche di dominio ed alle azioni del sionismo internazionale? Se le agenzie di stampa mondiali potessero diffondere liberamente le verità? Se il Consiglio di Sicurezza non fosse sotto il dominio di pochi paesi e se l’Onu fosse in grado di agire in maniera veramente indipendente? Se gli istituti economici mondiali non fossero sotto pressione e riuscissero ad esprimersi veramente sulla base delle indicazioni dei propri esperti? Se i capitalisti mondiali non sacrificassero l’economia dei paesi deboli per i propri interessi? Se questa gente non sacrificasse la gente per rimediare ai propri errori? Se a dominare le relazioni internazionali fosse stata la sincerità e tutti i popoli e governi avessero potuto partecipare alla gestione del mondo in maniera giusta e con eguaglianza? E se non ci fossero decine di altre situazioni inconvenienti per l’umanità, immaginatevi che benna vita avremmo oggi e che bella storia avrebbe l’essere umano.
Ma ora bisogna dare pure uno sguardo alla situazione odierna del mondo.
a) Situazione economica
La povertà ed il divario tra ricchi e poveri aumentano. Il debito estero dei 18 paesi maggiormente industrializzati del mondo ha oltrepassato i 60 mila miliardi di dollari e pensare che solo la retribuzione della metà di questo debito agli altri popoli risolverebbe per sempre il problema della povertà nel mondo. L’economia basata sul consumismo ha portato solo alla schiavitù dei popoli a favore di un gruppo limitato.
La creazione di asset di carta, facendo leva sulla potenza e sul dominio sui centri economici mondiali, è la più grande frode della storia ed uno degli elementi che ha originato la crisi economica mondiale.
Un rapporto dimostra che un solo governo ha creato 32 mila miliardi di dollari di averi ‘di carta’. La programmazione dello sviluppo sulla base del capitalismo, conduce in un vicolo cieco, e crea competizione distruttiva che in pratica ha dimostrato di essere fallimentare.
b) Situazione culturale
Le virtù morali come la lealtà, la purezza, la sincerità, l’affetto, l’altruismo dal punto di vista dei politici che dominano i centri di potere del mondo, sono tutti concetti superati ed un ostacolo al raggiungimento dei loro obbiettivi. Si dice ufficialmente che la politica e la società non c’entra con la moralità e l’etica.
Le culture originali e preziose che sono l’esito di secoli di sforzi e sono il punto d’incontro dell’amicizia degli uomini e dei popoli e sono motivo di varietà e di ricchezza culturale e sociale sono minacciate ed in via di estinzione.
Con l’umiliazione e la distruzione sistematica delle identità culturali si propina alla gente un tipo di vita senza identità personale e sociale.
La famiglia, che è il più prezioso centro per l’educazione degli uomini ed è il nucleo della creazione e della diffusione dell’amore e dell’umanità è stata indebolita a dismisura ed il suo ruolo costruttivo sta per essere distrutto.
La personalità ed il ruolo centrale della donna, che è un essere celestiale ed il simbolo della bellezza e dell’affetto di Dio e la colonna della stabilità della società, è stata strumentalizzata e danneggiata da ricchi e potenti.
Lo spirito umano è triste e la vera essenza dell’uomo è stata annichilita ed umiliata.
c) Situazione di politica e sicurezza
L’unilateralismo ed i doppi standard, l’imposizione delle guerre e della mancanza di sicurezza e dell’occupazione per soddisfare interessi economici o esigenze di dominio, è divenuta pratica abituale.
La corsa alle armi e la minaccia con le armi atomiche e le armi di distruzione di massa attraverso le grandi potenze è diventato una pratica abituale. La sperimentazione di armi sempre più devastanti, super moderne e il minacciare gli altri dicendo che si possiedono queste armi e la promessa dell’uso di queste al momento opportuno, ha dato vita ad una nuova forma di espressione al livello politico che serve a terrorizzare i popoli e sottometterli. Minacciare di una aggressione militare ai danni del grande popolo dell’Iran, ad opera dei sionisti senza cultura, è un esempio palese di quest’amara verità.
La mancanza di fiducia domina le relazioni internazionali e non vi è un punto di riferimento realmente giusto ed equo a cui poter fare riferimento per risolvere le contese.
Persino coloro che hanno migliaia di bombe atomiche e tutta una gamma di armi spaventose, non si sentono al sicuro.
d) Situazione ambientale
L’ambiente è la ricchezza comune di tutti noi ed appartiene a tutta l’umanità ed è la garanzia per il proseguimento della vita umana; ma per via delle ambizioni e delle scorrerie di un gruppo di sprovveduti e irresponsabili, per lo più capitalisti, sta subendo i peggiori danni e come esito, la siccità, le inondazioni, i sismi ed i diversi tipi di inquinamento, stanno mettendo in pericolo la stessa sopravvivenza umana.
Lo scontento è generale
Amici!
Come osservate nonostante il progresso raggiunto, i figli di Adamo non hanno ancora realizzato i loro sogni.
C’è qualcuno tra di voi che pensi che l’attuale ordine mondiale possa regalare la felicità alla società umana?
Tutti sono insoddisfatti delle condizioni attuali e del sistema dominante a livello internazionale e per di più non hanno nemmeno tante speranze nel futuro.
Di chi è la colpa?
Cari colleghi!
Gli uomini non si meritano una situazione del genere e Dio, il Buono, il Saggio, ama tutti gli uomini e non hanno certo voluto per noi una condizione simile. Egli ha chiesto all’uomo, che è il migliore delle sue creature, di vivere sulla terra nel migliore dei modi e con bellezza, giustizia, amore e dignità. Ed allora pensiamoci.
Sinceramente, chi è responsabile della situazione attuale?
Alcuni cercano di definire ‘naturale’ questa situazione ed addirittura definirla volere di Dio e per giunta puntano il dito contro la gente, contro i popoli e presentano loro come i responsabili.
Dicono:
“Sono i popoli che accettano l’ineguaglianza e l’ingiustizia.
Sono i popoli che sono disposti a farsi sottomettere dalle dittature e dall’avidità di alcuni.
Sono i popoli che si arrendono al volere ‘imperiale’ e di dominio di alcuni.
Sono i popoli che si fanno ingannare dalla propaganda di gruppi di potere e quindi alla fine, ciò che capita di male alla comunità internazionale è l’esito dell’operato dei popoli”.
Questo è il ragionamento di coloro che addossano la colpa ai popoli per giustificare le azioni odiose e distruttive di una cricca che domina il mondo.
Anche se queste pretese fossero state verità, non avrebbero giustificato lo stesso la permanenza di un sistema ingiusto al livello internazionale.
Ecco come sono fatti veramente i popoli
Tutti si ricordino che la verità è che la povertà e la debolezza viene imposta ai popoli e che le ambizioni e la brama di ricchezza dei dominatori del mondo vengono esauditi a scapito dei popoli, con l’inganno ed alle volte con la forza delle armi.
Loro per giustificare le loro azioni anti-umane usano la teoria della sopravvivenza del più forte e parlano della ‘razza superiore’.
Ciò mentre la maggior parte delle persone in tutto il mondo aspira alla giustizia ed è sempre pronta ad accettare la giusitizia ed insegue assolutamente la dignità, il benessere, l’amore.
Le masse popolari non hanno mai desiderato fare conquiste ed ottenere con la guerra ricchezze mitiche. I popoli non hanno divergenze, non hanno avuto nessuna colpa nei fatti amari della storia, sono stati solo ‘le vittime’.
Io non credo che le masse musulmane, cristiane, ebraiche, induiste, buddiste ed ecc… abbiano dei problemi fra di loro. Loro si amano facilmente, vivono in una atmosfera di amicizia, e vogliono tutti purezza giustizia ed affetto.
In generale le richieste dei popoli sono sempre state positive e l’aspetto comune tra di loro, è la loro propensione per istinto verso la bellezza e le virtù divine ed i valori umani.
È giusto dire quindi che la responsabilità dei fatti amari della storia e delle condizioni inconvenienti di oggi, è della gestione del mondo e dei potenti del mondo che hanno venduto l’anima a Satana.
L’ordine mondiale di oggi è un ordine che ha le sue radici nel pensiero anti-umano dello schiavismo, nel colonialismo vecchio e nuovo, ed è responsabile della povertà, della corruzione, dell’ignoranza, dell’ingiustizia e della discriminazione diffusa in tutte le parti del mondo.
La gestione attuale del mondo ha delle caratteristiche ed io ne voglio citare qualcuna.
Primo: è basata sul pensiero materiale e per questo non sente il dovere di rispettare i principi morali.
Secondo: è basato sull’egoismo, l’inganno e l’odio.
Terzo: effettua una classificazione degli uomini, umilia certi popoli, usurpa i diritti di altri ed è basata sul dominio.
Quarto: è alla ricerca della diffusione del dominio attraverso l’intensificazione delle divisioni e delle divergenze tra i popoli e le nazioni.
Quinto: cerca di concentrare nelle mani di pochi paesi il potere, la ricchezza, la scienza e la tecnologia umana.
Sesto: l’organizzazione politica dei centri principali del potere mondiale, è basata sul dominio e sulla forza che un paese ha e che è superiore a quella di altri paesi. Gli enti internazionali pertanto sono centri per acquisire potere, ma non per creare pace e servire tutti i popoli.
Settimo: il sistema che domina il mondo è discriminatorio e basato sull’ingiustizia.
- E voi, credete che solo per servire l’umanità, un gruppo sia disposto a spendere centinaia di milioni di dollari per la campagna elettorale?
- Anche se ci sono grandi partiti nei paesi maggiormente industrializzati, in questi paesi spendere nella campagna di un candidato è diventata un investimento.
- In questi paesi la gente è costretta a scegliere i partiti; ma ciò mentre una parte minimale della gente ha il tesserino dei partiti ed è membro di essi.
- La volontà della gente, negli Stati Uniti ed in Europa, ha una minima influenza sulle politiche interne ed estere e la gente non sa dove sbattere la testa; anche se la gente forma il 99% della sua società, non può partecipare alla gestione del paese.
- I valori umani e morali vengono sacrificati sull’altare delle elezioni e si fanno solo promesse alla gente per strappare il voto.
Amici e colleghi cari!
Cosa bisogna fare? Qual’è la soluzione? Non c’è dubbio che il mondo ha bisogno di nuovo pensiero e nuovo ordine. Un ordine in cui:
1- L’uomo venga riconsiderato la più eccelsa creatura divina e ad esso venga riconosciuto il diritto di avere una vita caratterizzata da aspetti sia materiali che morali e venga riconosciuto il valore elevato della sua anima e venga riconosciuta legittima la sua propensione istintiva alla giustizia ed alla verità.
2- Invece dell’umiliazione e della classificazione degli uomini e delle nazioni, si pensi alla rinascita della dignità e del carattere sacro dell’uomo.
3- Si cerchi di creare, in tutto il mondo, pace, sicurezza stabile e benessere.
4- La nuova struttura venga costruita sulla base della fiducia e dell’amopre tra gli uomini, si cerchi di avvicinare i cuori, le menti, le mani ed i governanti imparino ad amare la gente.
5- Venga applicato un unico standard nelle leggi e tutti i popoli vengano presi in considerazione alla pari.
6- Coloro che gestiscono il mondo si sentano al servizio della gente e non superiori alla gente.
7- La gestione venga considerato un incarico sacro affidato dalla gente alle persone e non una opportunità per arricchirsi.
Signor Segretario, Signore e Signori!
- Un ordine del genere può realizzarsi senza la cooperazione di tutti alla gestione del mondo?
- È chiaro che queste speranze avranno una probabilità per avverarsi solo quando tutte le nazioni inizieranno a pensare in dimensione internazionale e saranno seriamente decise a partecipare all’amministrazione del mondo.
- Con l’aumento del livello di consapevolezza, ci sarà sempre una maggiore richiesta per una nuova gestione del mondo.
- Questa è l’era dei popoli e la loro volontà sarà determinante per il domain del mondo.
Pertanto è degno un impegno collettivo in queste direzioni:
1) Fare affidamento al Signore ed opporsi con tutta la forza alle ambizioni ed a coloro che vogliono più di quanto spetta loro per isolarli ed indurli a rinunciare al vizio di voler decidere al posto dei popoli.
2) Credere nell’aiuto divino e cercare di compattare ed avvicinare le comunità umane. I popoli ed i governi eletti dai popoli devono credere fermamente nelle proprie capacità e devono avere la forza per lottare contro il sistema ingiusto vigente e difendere i diritti umani.
3) Insistere nell’applicazione della giustizia in tutte le relazioni e rafforzare l’unità e l’amicizia, ampliare le relazioni culturali, sociali, economiche e politiche nell’ambito delle ong e delle organizzazione specializzate, in modo da preparare il terreno fertile per l’amministrazione collettiva del mondo.
4) Riformare la struttura dell’Onu sulla base degli interessi di tutti ed il bene del mondo intero. Bisogna ricordare che l’Onu appartiene a tutti i popoli e per questo discriminare i membri è una grande offesa alle nazioni. L’esistenza di differenze, vantaggi, diritti e privilegi non può essere accettabile, in nessuna forma ed in nessuna misura.
5) Cercare di produrre leggi e strutture basate sempre più sulla letteratura dell’amore, della giustizia e della libertà. L’amministrazione collettiva del mondo è una garanzia per la pace stabile. Il Movimento dei Non Allineati, il più grande ente internazionale dopo l’Assemblea Generale dell’Onu, comprendendo l’importanza di questo argomento e con una profonda compresione del ruolo svolto dalla cattiva gestione del mondo nei problem di oggi, ha dedicato il suo 16esimo summit, a Teheran, alla “amministrazione collettiva mondiale”. In questo summit alla quale hanno partecipato attivamente i rispettabili rappresentanti di oltre 120 paesi, è stata ribadita l’importanza della partecipazione seria dei popoli nell’amministrazione mondiale.
Siamo giunti al punto di svolta della storia
- Fortunatamente siamo ormai giunti al punto di svolta della storia. Da una parte il sistema marxista non ha più posto nel mondo e di fatto è stato cancellato dalla scenza amministrativa e dall’altra parte anche il sistema capitalista è impantanato in una palude che ha creato con le sue stesse mani e non ha nemmeno una via d’uscita; non ha soluzioni per i problemi economici, politici, di sicurezza e culturali del mondo e pertanto è in un vicolo cieco sotto il profilo amministrativo. Il Nam ha l’onore di dichiarare ancora una volta che la sua storica decisione, e cioè quella di negare i poli del potere e le loro dottrine, è stata esatta.
- Oggi, il qui presente, come rappresentante del Movimento dei Non Allineati, invite tutte le nazioni del mondo a svolgere un ruolo più attivo nella gestione del mondo e ad impegnarsi affinchè ciò si possa avverare. La necessità di superare gli ostacoli che si presentano dinanzi a questa prospettiva si sente più che mai.
- L’Onu, oggi, ha perso la sua efficienza e di questo andamento, presto nessuno crederà più negli enti internazionali per difendere i diritti dei popoli. Questo sarebbe un danno gravissimo per il nostro mondo.
- Le Nazioni Unite sono state fondate con l’obbiettivo di creare giustizia e tutelare i diritti di tutti. Ma questa stessa organizzazione oggi è affetta da discriminazione ed è diventata uno strumento, per pochi paesi, per imporre la loro ingiustizia a tutto il mondo. Il diritto di veto e la concentrazione del potere nel Consiglio di Sicurezza, impedisce di fatto che i diritti dei popoli vengano difesi realmente.
- La necessità di riformare la struttura è un argomento importante di cui hanno parlato moltissimo i rappresentanti di diversi paesi, ma finora nessuna modifica è stata apportata.\
- Quì pertanto, chiedo ai membri dell’Assemblea Generale ed al Segretario ed ai suoi colleghi di seguire con serietà l’argomento delle riforme e ideare una prassi adeguata per l’attuazione di queste. In quest’ambito, il movimento dei Non Allineati sarà disposto a dare il proprio aiuto e supporto.
…Lui verrà
Signor Segretario, amici e colleghi cari!
- Far dominare la pace e la stabilità sulla terra e creare una vita felice per gli esseri umani, è una missione grande e storica, ma possibile. Dio, il Benevole, non ci ha lasciati soli in questa missione ed ha affermato che quel giorno, in cui l’uomo raggiungerà la perfezione, arriverà di sicuro, perchè se non arrivasse ciò sarebbe in contrasto con la Saggezza divina.
- Dio ha promesso l’arrivo in terra di un uomo fatto di amore, che ama la gente, che porterà la giustizia, e che si chiamerà Mahdi (che Dio affretti la sua venuta/ndr) e che verrà accompagnato da Gesù (la pace sia con lui) e da altri grandi riformatori che usando le capacità degli uomini e delle donne di questa terra e di tutti i popoli: ripeto usando le capacità degli uomini e delle donne di tutti i popoli, guiderà la società umana nel raggiungimento della felicità.
- L’arrivo del Salvatore sarà una nuova nascita, una niova vita. Sarà l’inizio della vera vita e della pace e della sicurezza duratura.
- Il suo arrive sarà la fine dell’ingiustizia, del male, della povertà, della discriminazione e l’inizio del bene, della giustizia, dell’amore, della fratellanza.
- Lui verrà per dare inizio al periodo di vero progresso e di gioia dell’uomo.
- Lui verrà per cancellare gli ostacoli dell’ignoranza e delle superstizioni e per aprire le porte della scienza e della conoscienza, creando un mondo pieno di sapere, nella quale tutti partecipano alla gestione del mondo.
- Lui verrà per regalare a tutti gli uomini l’affetto, la speranza, la dignità.
- Lui verrà affinchè tutti gli uomini assaggino il sapore dolce dell’essere umani e del vivere insieme agli altri.
- Lui verrà perchè le mani si stringano col calore ed i cuori siano pieni di amore e le menti piene di pensieri puri, tutto al servizio della sicurezza, del benessere e della felicità umana.
- Lui verrà affinchè tutti i figli neri, bianchi, rossi e gialli di Adamo tornino a vivere insieme in una casa dopo un lungo e buio periodo di lontananza.
- L’arrivo del Salvatore, di Gesù e dei loro compagni non sarà accompagnato dalla guerra, ma si realizzerà attraverso la presa di coscienza dei popoli, con la diffusione dell’amore, e loro determineranno il futuro eternamente felice dell’umanità con il sole della scienza e della libertà e ciò risveglierà dall’inverno il corpo gelato del nostro mondo. Lui regalerà la Primavera all’umanità. Lui è la Primavera stessa e con il suo arrivo l’inverno dell’esistenza umana, incatenato dall’ignoranza, la povertà e la guerra, rinascerà facendo fiorire l’imponenza dell’uomo.
- Sin da ora si può sentire nell’aria il buon profumo della Primavera. Una Primavera che è iniziata e non appartiene a nessuna razza, popolo o zona particolare e che presto investirà tutte le terre, l’Asia, l’Europa, l’Africa e le Americhe.
- Lui è la Primavera di tutti coloro che vogliono la giustizia, la libertà e che credono nei profeti del Signore. Lui è la Primavera dell’uomo e lo sfarzo di tutti i tempi.
Venite tutti ad aiutare e ad agevolare la sua venuta.
Che sia lodata la Primavera, che sia lodata la Primavera ed ancora, che sia lodata la Primavera!

QUANDO GHEDDAFI VENNE IN ITALIA! (discorso agli studenti italiani)


Omaggio a Muammar Gheddafi (Sirte, 7 giugno 1942 - Sirte, 20 ottobre 2011), vittima della barbarie democratica
Dal libro "Il Viaggio del Leader. Muammar Gheddafi in Italia - Discorsi".

Università La Sapienza, giovedì 11 giugno 2009

"Buonasera. E' un grande onore per me incontrare i docenti e gli studenti di questa antica università. Poiché questa è la mia prima visita in Italia ci tenevo molto a parlare con persone importanti, con le figure efficienti e fondamentali della società italiana: gli studenti e i professori.Ormai siamo entrati in una nuova fase delle nostre relazioni bilaterali e quindi dobbiamo parlarci e dialogare e concordare insieme perché abbiamo pattuito di stringere un'amicizia, di essere sinceri gli uni verso gli altri e di camminare insieme per superare gli effetti di un odioso passato. Forse la generazione attuale non sa quello che è stato commesso in Libia dagli italiani durante l'epoca coloniale, però i libici hanno dovuto bere quel calice amaro. Ogni famiglia libica ha sofferto a causa del colonialismo. Non c'è una famiglia in Libia in cui non ci sia stata una persona uccisa, ferita o deportata oppure vittima dello scoppio di una mina. Se si domandasse a qualsiasi libico, racconterebbe questo. Se tu gli chiedessi di suo nonno, ti direbbe che è stato ferito o ucciso o deportato come traditore. Ma, purtroppo, l'attuale generazione italiana probabilmente non conosce questo passato, al punto che molti italiani quando sentono parlare di "indennizzo" o di "scuse" al popolo libico chiedono "Perchè mai ci dobbiamo scusare, che cosa mai dobbiamo indennizzare?". Il popolo italiano deve sapere, studiare la storia, affinché non si ripetano gli errori commessi in passato. Se uno Stato che ha colonizzato un altro Stato poi indennizza quel popolo colonizzato, questo fa in modo che non si ripeta il colonialismo in futuro. Finché chi colonizza un altro Stato è costretto a indennizzare, i colonizzatori si asterranno dal colonizzare gli altri. Capiranno finalmente che il progetto colonialista è un progetto fallimentare e condannabile: quindi perché mai ripeterlo nuovamente? Il nostro scopo è proprio quello di impedire che il colonialismo si possa ripetere un'altra volta, perché, come ho detto, le nuove generazioni non conoscono il colonialismo e quindi potrebbero commettere lo stesso errore nuovamente. E' doveroso che i testi scolastici insegnino questa lezione. Il proverbio dice "Per ogni situazione, un detto", ed è in tale prospettiva che dobbiamo affrontare questo discorso, parlare di queste cose, sia alla presenza dei docenti universitari sia degli studenti universitari. I libri di testo, di qualunque istituto di educazione nel mondo, devono impartire questa lezione. Però questa lezione e questo programma di studi devono essere neutrali, scientifici e non di parte, faziosi; non devono essere allineati, altrimenti insegneremmo alle nostre generazioni l'errore. Se dovesse riapparire un'altra volta Mussolini e lo giudicassimo, potrebbe darci una lezione sbagliata, non dovremmo ascoltarlo, perché non sarebbe imparziale. Dobbiamo ascoltare lo storico veramente neutrale, che si trova dalla parte della scienza pura. E quando noi insegniamo la storia nella sua verità ne possiamo trarre un utile per la nostra vita; se invece impartissimo dei programmi di insegnamento sbagliati, sarebbero apprese nozioni sbagliate che porterebbero a comportamenti sbagliati, e quindi falliremmo. Voi non sapete che il popolo libico nel 1911 non conosceva neanche dove si trovasse l'Italia né che vi fossero ostilità o problemi con l'Italia. Fu sorpreso dal fatto che un Paese come l'Italia lo bombardava con i cannoni dalle navi, arrestava i libici a migliaia e li deportava verso i luoghi di esilio. Il popolo libico si meravigliò, si domandò cosa avesse mai fatto per meritare questa punizione. "Chi sono questi che ci vengono a bombardare con le navi?". Hanno  risposto che erano italiani. "E da dove sono venuti?". Hanno detto che erano venuti dall'Europa. "Ma che cosa hanno a che fare con noi, perché ci bombardano?". E hanno detto loro che l'Italia voleva occupare la Libia quindi non ebbero alternativa che resistere. Se voi veniste sorpresi da un bombardamento nelle vostre strade e nelle vostre case e chiedeste chi vi sta bombardamento e vi rispondessero, ad esempio, che sono i greci, naturalmente cerchereste di resistere. Vi chiedereste che colpa avete commesso per essere aggrediti da loro. Questo è avvenuto per tutti i popoli che sono stati colonizzati: nei Paesi arabi, nei Paesi africani, in Asia, nel Terzo Mondo, in tutti i continenti. Popoli tranquilli e pacifici nelle loro case sono stati aggrediti dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalla Germania, dall'Italia, dalla Spagna, dal Portogallo, dall'Olanda e infine dagli Stati Uniti. Questa è un'ingiustizia e andrebbe studiata e capita; quindi questi popoli hanno diritto a richiedere un indennizzo. Non solo la Libia all'Italia ma tutti gli altri Stati, affinché non si ripeta più il fenomeno del colonialismo.Questa è l'origine, la causa dei problemi che dobbiamo affrontare adesso. Attualmente c'è il problema del terrorismo. Qual è il motivo di questo problema? Naturalmente l'azione terroristica è condannabile: la maggior parte delle vittime sono degli innocenti disarmati, ma la causa dell'esistenza di questo terrorismo qual è? Penso che sia una conseguenza che deriva dall'esperienza del colonialismo. Il mondo islamico, per esempio, è stato colonizzato da parte di Stati che professavano il Cristianesimo. Cristo è innocente per questi atti, Cristo è un profeta di pace, un messaggero di pace. Cristo diceva "A chi ti colpisce sulla guancia destra tu porgi la guancia sinistra", "A chi ti chiede una parte del tuo vestito daglielo tutto". E ancora "Se qualcuno fa un passo per riconciliarsi con te, tu fanne cento". Diceva "Amate i vostri nemici perché è scontato che i vostri amici vi amino e che voi li amiate". Eppure l'aggressione è avvenuta proprio da parte di Stati che professavano il Cristianesimo. Successivamente è stata imposta la dipendenza dagli Stati colonialisti. Ogni Stato che ha colonizzato un Paese del Terzo Mondo gli ha imposto una totale dipendenza. "Quelli che governeranno questo Paese che ho occupato devono essere miei agenti, devono dipendere da me. Se vi sono cittadini di questo Paese che sono dei rivoluzionari, dei ribelli che non amano il colonialismo, li dobbiamo far fuori". Così, ad esempio, hanno cercato di liberarsi di tanti leader anticolonialisti, come Nasser perché desiderava che il proprio popolo fosse libero, non voleva il colonialismo, aveva restituito il canale di Suez all'Egitto; hanno ucciso Patrice Lumumba che voleva liberare il Congo, e così tanti altri. Adesso c'è un altro tipo di colonialismo, successivo al colonialismo diretto. I governanti dei Paesi decolonizzati devono dipendere dalle nazioni colonizzatrici, devono essere dei loro agenti. Gli americani volevano uccidere Gheddafi perché non voleva sottomettersi all'America, voleva che il proprio Paese fosse libero e voleva aiutare i popoli che combattevano per la libertà; ma l'America invece non vuole la libertà dei popoli, vuole colonizzare il globo terrestre, perciò voleva uccidere Gheddafi. E poi c’è la corsa ad accaparrarsi le risorse: tuttora i Paesi colonialisti si impossessano delle risorse dei Paesi ex colonizzati, e questo dà vita a una reazione. C'è quasi una derisione verso i popoli che sono stati colonizzati, un'aggressione alle loro risorse, una mancanza di rispetto per la loro indipendenza. Si vuole imporre loro ancora una dipendenza. Si deridono i loro valori, le loro tradizioni, la loro moralità. Abbiamo visto che in Danimarca qualcuno ha raffigurato Maometto usando immagini, fumetti ridicoli. Perché questo? Che cosa c'entra la Danimarca con Maometto? E poi Maometto mica l'abbiamo creato noi. L'ha creato il buon Dio. Vai a litigare con Dio che ha creato Maometto e ne ha fatto un profeta! Tu credi in Gesù? Certo, se tu credessi davvero in Gesù non avresti mai insultato Maometto perché è stato Gesù ad annunciare che ci sarebbe stato un profeta dopo di Lui e che si sarebbe chiamato Maometto. Allora non credi in Gesù se non credi anche in Maometto. La fede dei seguaci di Maometto, come lo siamo noi, sarebbe incompleta se non credessero anche in Gesù, in Mosè e in altri profeti. Quelle immagini realizzate contro Maometto quale risultato potevano portare se non una reazione rabbiosa dei musulmani? Era nel loro diritto farlo, malgrado Maometto sia un profeta per tutti i credenti perché è l'ultimo profeta. E' stato mandato da Dio per indirizzare tutti i popoli, quindi è un profeta anche per gli abitanti danesi. Quello che avviene comporta una reazione ed ecco che è nato il terrorismo, sono apparsi dei musulmani estremisti. Ma chi è responsabile di provocare il terrorismo e l'odio è proprio chi ha cominciato per primo a comportarsi in modo odioso.Il popolo palestinese è un popolo disperso, disarmato: quattro milioni dispersi nel mondo, le loro fattorie e le loro case sono adesso occupate dagli israeliani. Perché non accettiamo il popolo palestinese? Ha subito un'ingiustizia, è stato il popolo palestinese a essere cacciato via dalla propria terra, è il popolo palestinese che è disarmato e disperso; invece si è contro questo popolo ridotto alla miseria e si appoggiano gli israeliani. Allora c'è una reazione da parte del popolo palestinese disperso: il popolo palestinese dovrà resistere e resisterà. Purtroppo c'è una deformazione scientifica della realtà. Tutto quello che ci viene detto proviene da una parte faziosa, non neutrale. Voi sentite dire che i palestinesi bombardano dalla Striscia di Gaza i villaggi israeliani. Se la notizia viene presentata così, ci si domanda: "Perché i palestinesi della Striscia di Gaza bombardano gli israeliani?". Abbiamo diritto di farci questa domanda, non conoscendo la verità. La verità è la seguente: i villaggi che vengono bombardati dai palestinesi erano in origine villaggi palestinesi che avevano anche dei nomi arabi; poi sono stati occupati dagli israeliani che hanno cacciato via gli abitanti e li hanno radunati nella Striscia di Gaza. Hanno cambiato i nomi dei villaggi mettendo dei nomi ebraici e li hanno abitati. Chi è stato cacciato dalla propria casa, dal proprio villaggio, e vede gli israeliani abitare nel villaggio e nella casa dove viveva cosa farà? Prenderà un missile e glielo lancerà! Quando un palestinese si comporta così, gli israeliani dicono: "Ah, vedete, i palestinesi sono dei terroristi! Bombardano le nostre case, i nostri bambini!". Uno dovrebbe rispondere: "Ma quella mica è casa tua, è la casa dei palestinesi che hai cacciato via. Hai portato i tuoi bambini e li hai messi in questa casa, e quindi tu sei responsabile dei tuoi figli". Poi noi lo chiamiamo terrorismo palestinese e facciamo un progetto con il quale chiediamo di fermare il terrorismo palestinese. Questa è una deformazione della storia e della verità; e questa deformazione non ci ha fatto giungere alla soluzione dei nostri problemi. Noi perdiamo mentre il terrorismo aumenta, la guerra aumenta, le sconfitte aumentano, l'odio aumenta; il mondo ha bisogno di un risveglio, ci vuole una rivoluzione culturale che porti a comportamenti corretti. Noi, la Libia e l'Italia, da quest'antica università dobbiamo promuovere l'idea di nuovi programmi di studio che portino all'apprendimento di comportamenti corretti. Altrimenti non sconfiggeremo mai i mali di quest'epoca.Anche l'immagine clandestina è un effetto del colonialismo. Io vedo tanti africani, ad esempio, che vengono in Libia per poi andare in Italia. Chiedo loro perché vogliono andare in Italia o in Europa, e mi rispondono che stanno rincorrendo le risorse che sono state derubate dai Paesi colonialisti. Dicono che l'Europa ha colonizzato l'Africa, si è presa le miniere, l'oro, i diamanti, il ferro, il rame, l'uranio, i fosfati, i frutti della terra africana; li ha portati via, li ha elaborati e li ha rivenduti a caro prezzo. E quindi stanno "andando dietro", stanno seguendo le risorse che sono state loro sottratte. Che cosa posso rispondere? Non abbiamo veramente una risposta a questa domanda. Potremmo dir loro che quanto affermano è giusto, è corretto, cioè che l'Europa si è impossessata in modo improprio delle risorse dell'Africa. Se l'Europa potrà restituire queste risorse, allora gli africani potranno rimanere in patria: questo è un discorso logico. Come si fa a restituire le risorse sottratte all'Africa? Ci sediamo, discutiamo e raggiungiamo un accordo. Non abbiamo il vertice del G8 che si terrà in Italia il mese prossimo? Potremmo trovare una soluzione. Intanto riconosciamo di aver sottratto impropriamente quelle risorse, di aver sfruttato l'Africa, di averla colonizzata, di aver trattato quelle popolazioni come animali, come schiavi, perché questo è effettivamente accaduto in passato. Ci dobbiamo scusare di quanto accaduto, chiedere perdono, assicurare che non si ripeta più. Dobbiamo pensare alle risorse sottratte e a come restituirle ai legittimi proprietari.Se qualcuno entrasse in casa tua e prendesse con la forza le tue cose – soldi, gioielli, mobili – e le portasse a casa propria, se questa persona fosse nota e la sua casa altrettanto conosciuta, tu gli correresti dietro, chiunque gli correrebbe dietro: questa è, un po' in breve, l'immigrazione. Ma qual è la soluzione? Restituire quanto sottratto da quella casa! Il ladro ti potrà dire che quei soldi li ha già spesi, i gioielli li ha venduti, i mobili ormai sono usati, ma questo non lo dispenserà dal debito che ha. Come può indennizzarti? Per esempio, dando dei soldi a fronte di tutto quello che aveva portato via, oppure dando una casa al posto di quella che ha derubato. Ci sono dei tribunali e dei giudici che deliberano così, ed è questo che dovrebbe avvenire. Ci incontreremo insieme al G8 aperto agli altri Stati e diremo che questi popoli, soprattutto gli africani, sono stati colonizzati e derubati delle loro risorse; e che ora stanno andando dietro alle loro risorse. Questa è l'immigrazione. Che cosa facciamo quindi? Per esempio, come sono stati immessi miliardi di dollari nelle casse delle banche per evitare il fallimento allo stesso modo si immettano in Africa, come indennizzo. Questo non è un regalo, non è una carità: è un diritto.Qual è il nostro guadagno? Che così l'immigrazione si ferma e vinciamo una grande sfida di quest'epoca. Io, se Dio vuole, dirò questo al G8 e lo dirò anche all'assemblea generale dell'ONU. L'immigrazione e il colonialismo sono due questioni importanti come il terrorismo. L'Italia e la Libia rappresentano un esempio da seguire per gli altri. Tutti i Paesi che hanno colonizzato devono risarcire le ex colonie, condannare il colonialismo, riconoscere le proprie responsabilità, chiedere scusa per quanto successo.  Ma chi ascolta, chi comprende davvero queste parole? Il mondo vive un momento di fallimento, di crisi culturale e ideologica. Per questo parlo a voi, docenti e studenti universitari. Forse possiamo dare al mondo un nuovo spirito. I politici non hanno tale compito, che riguarda la cultura e l'ideologia e che è invece compito vostro, dei docenti e degli studenti. La cultura, l'ideologia che creiamo deve poi essere applicata dalle classi politiche. Se saranno seri i docenti e gli studenti, e la nostra voce sarà alta, potremo coprire il mondo con pubblicazioni e libri, con trasmissioni televisive, con Internet, per poter chiedere ai governanti dove stanno andando, dove ci stanno portando, e poter dire loro che non pensano al bene dei popoli e non li rispettano. Perché i popoli vogliono una cosa e i governanti ne fanno un'altra: per esempio, il popolo americano non vuole la guerra, ma il Governo americano impone la guerra e così muoiono tanti americani nelle guerre in Iraq e in Afghanistan, perché questa è la volontà del Presidente. Il popolo americano non voleva certo uccidere i bambini libici, fu il presidente Reagan a uccidere i bambini libici il 14 aprile 1986. Li ha uccisi mentre dormivano. Il popolo americano voleva questo? No, mai! Quindi non c'è rispetto verso i popoli. Credo che i popoli un giorno arriveranno a esercitare il potere, si autogoverneranno tramite i congressi e i comitati popolari. Com'è strutturata attualmente la rappresentanza politica, ridotta a uno slogan, è una presa in giro, non è una vera rappresentanza del popolo. Non c'è democrazia senza i congressi e i comitati popolari. Il partitismo impedisce la democrazia il governo rappresentativo è un governo inesistente. Ma le masse arriveranno al potere del popolo, stanno marciando verso il potere".


Le 16 cose che la Libia non vedrà più

  1. Non vi era alcun bolletta elettrica in Libia; l’elettricità era gratuita per tutti i cittadini.
  2. Non vi era alcun interesse sui prestiti, le banche in Libia erano di proprietà dello Stato, con i prestiti concessi a tutti i suoi cittadini a zero per cento di interesse dalla legge.
  3. Avere una casa era considerato un diritto umano in Libia.
  4. Tutti i novelli sposi in Libia ricevevano 60 mila dinari (US $ 50.000) da parte del governo per acquistare il loro primo appartamento per così contribuire ad avere una famiglia.
  5. Istruzione e cure mediche erano gratuite in Libia. Prima di Gheddafi solo il 25 per cento dei libici erano alfabetizzati. Oggi, la cifra è all’83 per cento.
  6. Per intraprendere la carriera agricola, avrebbero ricevuto gratis terreni agricoli, una casa agricola, attrezzature, sementi e bestiame per avviare le loro fattorie.
  7. Se i libici non riuscivano a trovare il sistema scolastico o medico di cui avevano bisogno, ricevevano fondi del governo per andare all’estero, non solo, ottenevano 2.300 US $ al mese per indennità di alloggio e auto.
  8. Se un libico comprava una macchina, il governo sovvenziona il 50 per cento del prezzo.
  9. Il prezzo del petrolio in Libia era di 0,14 $ per litro.
  10. La Libia non ha debito estero e le sue riserve pari a $ 150 miliardi sono ora congelate a livello globale.
  11. Se un libico non era in grado di ottenere l’occupazione dopo la laurea lo stato avrebbe pagato lo stipendio medio della professione, come se lui o lei fosse impiegato, fino a quando l’occupazione non veniva trovata.
  12. Una parte di ogni vendita del petrolio libico veniva accreditato direttamente sui conti bancari di tutti i cittadini libici.
  13. Una madre che dava alla luce un bambino riceve 5.000 dollari USA.
  14. 40 pagnotte di pane in Libia costavano 0,15 $.
  15. 25 per cento dei libici sono laureati.
  16. Gheddafi ha effettuato il più grande progetto al mondo di irrigazione, per rendere l’acqua facilmente disponibile in tutto il deserto del paese.

PAKISTAN: Una realtà allucinante!


Guardate e riflettete:

 UN ATTIVISTA PAKISTANO MI SCRIVE: Io e mia moglie (dentista) vogliamo aiutare questi bambini poveri. Il nostro sogno è di costruire un ospedale che dia un'assistenza gratuita a queste persone e una scuola per questi bambini.  Questo attivista si chiama Sheikh Ahsan Ahmed Niazi e cerca qualcuno che possa aiutarlo finanziariemente a sostenere le spese realtive al suo progetto.  Chi volesse contribuire alla realizzazione del suddetto progetto è pregato di rivolgersi personalmente a lui  attraverso il suo contatto su Facabook  https://www.facebook.com/sheikhahsan.ahmedniazi . Esso da anni presta il suo gratuito contributo nei confronti dei poveri pakistani. ecco il suo appello tramite il suo profilo di Facebook :

Hello friend Hope You and Your family enjoying life and happy , in this peace full time dont forget to them who lost them houses in floods they need clothes , food and many poor need free treatment many more things in my country pakistan specially in my city, where i live ... i am trying to help them from that amount which i had and i would have. but i cant do much more because problem of big amount , I like to buy plot and build there hospital and school where poor children can live and study in school and in hospital poor can treatment 100%... i request to you please think about them... god remember you ...giving you and he will give you more reward so please try to help poor as much you can.you can come my county if you like live with me at my home i will make you visit them poor who have not even roof on the head i have no office no company i do every thing private am ahsan ahmed 27 year old My wife is dentist doctormy e-mail id : amloveseachother@live.comcontact number: +92-3217570748you people can send me amount as much you can by Bank transfer With Your letter about funding or by western union but by west union you have to send weekly can not receive in a once. my information for western unionName: Ahsan Ahmed City: KarachiCountry: PakistanE-mail me your name city and money code when you send it my id ( amloveseachother@live.com )thank you so much help to people god will reward you 100% back.we forget him he will never forget our deeds good luckI am waiting for your swift replyThank you! 
                                                                        traduzione: 
Ciao amici.
 Spero che voi e la vostra famiglia possiate godere di una vita  felice, in pace ma vi chiedo di non dimenticate coloro che hanno perso la propria casa  in seguito alle alluvioni . Loro hanno bisogno di vestiti, di cibo e molti di essi, poveri,  hanno bisogno di cure gratis e di molte altre cose, nel Pakistan e  specialmente nella mia città, ... sto cercando di aiutarli in ogni modo con quello che riesco ad avere ma serve molto di più purtroppo! . Il mio sogno è quello di acquistare un terreno e costruire  un ospedale e una  scuola dove i bambini poveri possano vivere e studiare  gratuitamente al 100% ... Chiedo a tutti voi di  pensare a loro ...... Dio vi ricompenserà.  Per favore cercate di aiutare i poveri come potete . Se volete vedere con i vostri occhi, io vi invito a venire qui , io vi posso offrire ospitalità in casa mia , per visitare i  poveri che non hanno neanche  un tetto sulla testa.
Io ho nessun ufficio nessuna ditta privata e faccio tutto a mio nome: Io sono   Ahsan Ahmed 27 anni, mia moglie è dentista :  la nostra e-mail id:  amloveseachother@live.comcontact:  il nostro numero di cellulare : 92-3217570748
Voi mi potete inviare la vostra offerta tramite  bonifico bancario o mediante la Western Union, ma da West Union  io posso ricevere solamente un importo alla settimana.  Le mie informazioni per la Western Union sono : Ahsan Ahmed City : KarachiCountry . La mia email  Pakistane (amloveseachother@live.com) dove potrete spedire il numero di codice per il prelievo.
Grazie tante per l' aiuto al mio popolo. Dio vi ricompenserà al 100% . Lui non dimenticherà le nostre buone azioni . Sono in attesa di una vostra risposta rapida.
Grazie!

sabato 22 dicembre 2012

Elenco di tutte le violazioni del cessate il fuoco da parte dell'esercito israeliano


Gli accordi per il cessate il fuoco del 21 novembre 2012 hanno stabilito che le forze militari israeliane devono "astenersi dal colpire i residenti nelle aree lungo il confine" e "cessare le ostilità nella Striscia di Gaza, via terra, via mare e via aria, compreso le incursioni e le uccisioni mirate." 


Tuttavia attacchi militari israeliani via terra e via mare si sono susseguiti a partire dal giorno successivo al cessate il fuoco, ed aerei militari israeliani hanno sorvolato costantemente il cielo della Striscia di Gaza.

Nella settimana compresa fra il 22 ed il 29 novembre, un giovane palestinese è stato ucciso e 42 civili, compresi 7 bambini, sono rimasti feriti nelle aree lungo il confine con Israele, e la marina militare israeliana ha continuato ad attaccare pescatori palestinesi nelle acque di Gaza.


Il 22 novembre 2012, giorno successivo al cessate il fuoco, 6 palestinesi sono rimasti feriti quando forze israeliane hanno aperto il fuoco ad est di al-Faraheen a sud della Strisci di Gaza e trasportati all'European hospital in Khan Younis Lo stesso giorno, altri due palestinesi sono rimasti feriti quando le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro decine di palestinesi che sostavano nell'area del confine ad est del villaggio di al-Shouka, ad est di Rafah. I civili palestinesi stavano cantando canzoni e slogans in supporto alla resistenza palestinese. I due feriti  sono stati trasferiti all' Abu Yusef al-Najjar Hospital in Rafah.

Il 23 novembre 2012, le forze israeliane hanno ucciso un civile palestinese e ferito altre 18 persone, compreso 3 bambini, vicino il confine ad est di Khan Younis.

Verso le 07:30,decine di palestinesi si trovavano vicino la barriera di separazione ad est di Khan Younis, in  Abassan and Khuza'a. I soldati israliani hanno sparato ed ucciso Anwar Abdul Hadi Msallam Qudeih, 20 anni, colpito al volto e morto immediatemente.  I 18 feriti hanno riportato ferite moderate e minori.


Il 25 novembre 2012, un bambino palestinese è rimasto ferito quando forze israeliane hanno aperto il fuoco ad est di Khan Younis su un gruppo di bambini che si erano avvicinati alla barriera di separazione con Israele, ad est del villaggio di  Abassan, ad est di Khan Younis. Il bambino si chiama Mohammed Nabil Ahmed Abu Eyadah, 14 anni, rimasto ferito lievemente alla testa.


Il 26 novembre 2012, le forze israeliane posizionate sulla barriera di separazione al confine ad est di Khan Younis hanno aperto il fuoco su un gruppo di ragazzini che si erano avvicinati alla barriera nella stessa area ad est del villaggio di Abassan, un bambino è rimasto ferito.


Inoltre, lo stesso giorno, altri 2 palestinesi sono rimasti feriti quando l'esercito israeliano posizionato ad est di Jabalia, a nord della Striscia di Gaza, ha aperto il fuoco su un gruppo di civili e contadini vicino la barriera al confine ad est di Jabalia, a nord della Striscia di Gaza. Uno dei feriti è stato ricoverato in condizioni critiche. Il primo civile è stato ferito da un proiettile alla coscia destra e frammenti di proiettile alla spalla destra, ed è stato trasferito al  Kamal Odwan hospital in Beit Lahia, le sue condizioni sono state descritte moderate. Il secondo civile è stato ferito da un proiettile al ginocchio sinistro ed è stato trasferito all'Awda hospital in Tal al-Za'tar, e poi trasferito allo Shifa hospital in Gaza city, dove è stato sottoposto ad operazione chirurgica. Successivamente è stato trasportato ad un ospedale egiziano per ricevere terapia.


Il 27 novembre 2012, un civile palestinese è rimasto ferito quando l'esercito israeliano posizionato sulla barriera di separazione al confine ad est di  Abu Safiya, est di Jabalya, ha sparato proiettili e gas lacrimogeni contro un gruppo di civili e contadini vicino la barriera. Il civile palestinese ha 18 anni ed è stato ferito da un proiettile al ginocchio destro ed è stato trasferito al Kamal Odwan hospital in Beit Lahia. Successivamente è stato trasferito allo Shifa hospital in Gaza city. Le sue condizioni sono state descritte critiche, avendo riportato lacerazione del ginocchio e taglio di alcune arterie.

Lo stesso giorno, un altro civile palestinese è rimasto ferito quando l'esercito posizionato ad est del villaggio di al-Shouka, ad est di Rafah, ha aperto il fuoco a decine di Palestinesi vicini all'area del confine. Il giovane ferito si chiama Abdul Fattah Ashraf Zaqout, 20 anni, colpito con tre proiettili all'addome a al braccio destro. E' stato trasportato all' Abu Yusef al-Najjar Hospital, le sue ferite sono state descritte moderate.


Il 28 novembre 2012, un civile palestinese è rimasto ferito quando forze israeliane posizionate sulla barriera al confine ad est del villaggio di al-Shouka, ad est di Rafah, hanno aperto il fuoco contro decine di palestinesi nella zona. Il civile ferito si chiama Suleiman Saleh al-Najadi, 42 anni, ed è stato colpito da un proiettile alla schiena. E' stato trasportato al Gaza European hospital in Khan Younis con ferite moderate.

Lo stesso giorno, un altro palestinese è rimasto ferito quando forze israeliane sulla barriera di separazione al confine ad est di Beit Hanoun hanno aperto il fuoco contro un gruppo di civili palestinesi e contadini della zona. Il civile palestinese ferito, Hassan Ahmed Naseer, 26 anni, di Beit Hanoun, è stato colpito da un proiettile al ginocchio destro ed è stato trasportato al Kamal Odwan Hospital in Beit Lahia, riportando ferite di livello moderato e critico.

Inoltre, lo stesso giorno, 8 civili, compreso 3 bambini, sono rimasti feriti quando forze israeliane hanno sparato a decine di palestinesi vicini alla barriera di separazione ad est di  dei campi dei rifugiati di al-Bureij e al-Maghazi, nell'area centrale della Striscia di Gaza. Due feriti sono stati trasportati con ferite critiche allo Shifa hospital in Gaza City.

Lo stesso giorno, l'esercito israeliano ha aperto il fuoco su un gruppo di civili e contadini ad est di Beit Hanoun. Mahmoud Sami Na'im, 24 anni, è rimasto ferito da frammenti di proiettile al petto. E' stato trasferito al Beit Hanoun hospital e le sue ferite sono moderate.

Inoltre, navi militari israeliane hanno aperto il fuoco contro imbarcazioni di pescatori palestinesi a nord della Striscia di Gaza, di fronte al-Waha resort. I pescatori sono stati terrorizzati e sono scappati per paura di essere arrestati o feriti.


Nella settimana successiva, fra il 29 novembre e il 5 dicembre, l'esercito israeliano ha ucciso un altro palestinese a sud della Striscia di Gaza e ferito 14 civili, compreso quattro bambini, lungo le aree al confine con Israele.

Inoltre l'esercito israeliano ha continuato ad attaccare pescatori, ed ha arrestato 20 pescatori, compresi 5 minori.

Il 29 novembre 2012, verso le 10:15, navi militari israeliane davanti le coste di Beit Lahia hanno intercettato una barca di pescatori con a bordo 6 pescatori mentre si trovavano a circa 5 miglia dalla costa. La barca appartiene a Fahed Ziyad Baker, 38 anni, di Gaza City. L'esercito israliano ha arrestato i  6 pescatori e li ha interrogati per poi rilasciarli dopo circa 2 ore.  I pescatori sono Fahed Ziyad Baker, 38 anni, Ihab Jawad Baker, 36 anni, Mohammed Ziyad Baker, 32 anni, Na'im Fahed Baker, 16 anni; Ziyad Fahed Baker, 18 anni e Ali Alaa' Baker, 18 anni.

Lo stesso giorno, verso le 10:30, l'esercito israeliano posizionato lungo il confine ad est di Beit Hanoun ha sparato proiettili e gas lacrimogeni contro un gruppo di civili e contadini vicino il confine, mentre stavano si avvicinavano alla barriera di separazione. Waheed Majed Adel al-Fseifis, 17 anni, del campo rifugiati di Jabalya è stato ferito da un proiettile alla gamba sinistra. 

Il 30 novembre 2012, verso le 15:30, le forze israeliane sono entrate ad est della città di Jabalia, a nord della Striscia di Gaza, attraverso il gate di Abu Safiya, ed hanno aperto il fuoco contro un gruppo di civili palestinesi e contadini vicino la barriera al confine. Quattro palestinesi sono rimasti feriti:  Lo'ai Ahmed Kamel Abed Rabbu, 14 anni, di Jabalia, ferito da un proiettile alla gamba destra; Ahmed Anwar al-Zaza, 18 anni, del quartiere di al-Sha'af  in Gaza City, ferito da un proiettile al ginocchio destro; Salman Osama Salman Abu Ajwa, 24 anni, di al-Sheja'iya in Gaza City, ferito da un proiettile alla gamba destra; Ahmed Mesleh Salah, 26 anni, di al-Toffah in Gaza City, ferito da un proiettile alla gamba destra.


Lo stesso giorno, le Forze israeliane hanno ucciso un civile palestinese ad est del villaggio di al-Shouka, ad est di Rafah.  Il civile è stato ucciso quando i soldati israeliani lungo la barriera di separazione al confine ad est di Rafah hanno aperto il fuoco su decine di palestinesi. Il civile era rimasto ferito da un proiettile al bacino ed è stato trasportato all' Abu Yusef al-Najjar hospital.  A causa della gravità delle ferite, è stato poi trasportato all'European hospital in Khan Younis, dove è morto sabato mattina, 1 dicembre 2012.

Contemporaneamente, l'esercito israeliano posizionato sulla barriera al confine ad est di Khan Younis, ha aperto il fuoco su un gruppo di civili lungo il confine. Un giovane, Bassam Mohammed Abu Rjaila, 22 anni, è stato ferito da un proiettile alla gamba.

Verso le 16:10, l'esercito israeliano posizionato lungo la barriera di separazione a nord-est del campo rifugiati di al-Bureij, al centro della Striscia di Gaza, ha aperto il fuoco contro circa 70 civili che stavano protestando vicino la barriera al confine.  4 persone, del campo rifugiati di al-Bureij, sono rimaste ferite e sono state trasportate all' Al-Aqsa Martyrs' Hospital in Deir al-Balah. Le ferite sono state descritte moderate.  I quattro civili feriti sono: Hassan Hammad Ibrahim al-Tebri, 39 anni, ferito da un proiettile alla gamba sinistra; Ahmed Abdul Qader Omar Abu Jalal, 22 anni, ferito da un proiettile alla gamba destra;
Mohammed Ahmed Sulaiman al-Awawda, 27 anni, ferito da un proiettile anna gamba sinistra; Mohammed As'ad Mohammed al-Bardini, 23 anni, ferito da un proiettile alla coscia destra.


Domenica 1 dicembre 2012, verso le 10.00 del mattino, navi militari israeliane hanno aperto il fuoco contro una barca di pescatori a circa 3 miglia dalla costa di Gaza. Le forze israeliane hanno circondato la barca ed arrestato 5 pescatori, compreso due minori, e trasferiti al porto di Ashdod dove sono stati sottoposti ad interrogatorio prima di essere rilasciati. I pescatori sono Ramez Izzat Baker, 41 anni, di Gaza City, suo fratello Rami, 34 anni, e 3 cugini loro cugini,  Bayan Khamis Baker, 17 anni, Mohammed Khaled Baker, 17 anni, Omar Mohammed Baker, 22 anni.

Contemporaneamente, una nave militare israeliana ha attaccato due barche di pescatori appartenenti a Sabri Mohammed Baker, 52 anni, e Eid Mohsen Baker, 23 anni, mentre pescavano a circa 2 miglia dalla costa. L'esercito israeliano ha aperto il fuoco contro le barche, danneggiando il motore della barca di Eid Baker. I pescatori sono stati arrestati e trasportati al porto di Ashdod dove sono stati sottoposti ad interrogatorio. Otto pescatori sono stati rilasciati ma le due barche sono state confiscate. I pescatori sono Sabri Mahmoud Baker, 52 anni; Aomran Sabri Baker, 21 anni; Abdallah Sabri Baker, 13 anni; Eid Mohsen Baker, 23 anni; Walid Mohsen Baker, 18 anni; Ziad Fahed Baker, 17 anni; Sadam Samir Baker, 26 anni;  Haitham Talal Baker, 26 anni. Emad Mohammed Baker, 33 anni, è stato trattenuto in arresto.

Lo stesso giorno, verso le 14:30, le Forze israeliane posizionate sulla barriera di separazione ad est del gate di Abu Safeya, ad est di Jabalia, hanno aperto il fuoco contro civili palestinesi e contadini che si trovavano vicino la barriera. Un giovane palestinese, Nedal Mohammed Abdallah, 21 anni, di Jabalya, è stato ferito da un proiettile al piede destro.
Due ore dopo, verso le 16:30, l'esercito israeliano ha sparato proiettili e gas lacrimogeni nello stesso posto ad est di Jabalia contro civili palestinesi e contadini. Un giovane di 23 anni, Mahmoud Mohammed al-Adgham, di al-Sheikh Radwan in Gaza City, è stato ferito da un proiettile al piede destro.


Contemporaneamente, verso le 16:30, le Forze israeliane posizionate vicino la barriera di separazione al confine ad est di Beit Hanoun, a nord della Striscia di Gaza, hanno sparato proiettili e gas lacrimogeni contro civili palestinesi e contadini. Un civile di 28 anni, Sami Saeed Rabi’a Hamdiya, di Jabalya, è stato ferito da un proiettile al ginocchio destro.


Il 3 dicembre 2012, verso le 11:00, le Forze israeliane posizionate lungo la barriera al confine ad est del campo rifugiati di al-Bureij, al centro della Striscia di Gaza, hanno aperto il fuoco su un ragazzino di 16 anni,  Jihad Mesbah Salim al-Sawarka, ferendolo al ginocchio sinistro, mentre si trovava ad una distanza di circa 300 metri dal confine.

Domenica 9 dicembre, verso le 12:00, forze israeliane si sono posizionate alle torri di osservazione sulla barriera di separazione vicino Beit Hanoun, Erez, a nord della Striscia di Gaza, ed hanno aperto il fuoco su un gruppo di lavoratori che stavano raccogliendo pietre e sabbia dalle macerie degli edifici distrutti nell'area industriale di Erez. Abdullah Salim Abu Jari, 23 anni, che vive nel villaggio di Um al-Nasser, è rimasto ferito alla gamba sinistra, mentre si trovava a circa 300 mt dal confine. Un gruppo di lavoratori l'ha trasportato al  Martyr Kamal Odwan hospital in Beit Lahia. Le sue ferite sono moderate. 
Lavoratori palestinesi di solito raccolgono pietre e sabbia dalle macerie degli edifici distrutti per usarle nella costruzione e ricostruzione, soprattutto perché l'ingresso di materiale da costruzione nella Striscia di Gaza è stato ristretto da quando Israele ha imposto l'assedio 6 anni fa.  

Nella settimana tra il 13 ed il 19 dicembre, altri 5 civili palestinesi sono rimasti feriti, 4 di loro nelle aree lungo il confine, mentre altri 5 in mare.
(ROSA SCHIANO)