venerdì 28 dicembre 2012

QUANDO GHEDDAFI VENNE IN ITALIA! (discorso agli studenti italiani)


Omaggio a Muammar Gheddafi (Sirte, 7 giugno 1942 - Sirte, 20 ottobre 2011), vittima della barbarie democratica
Dal libro "Il Viaggio del Leader. Muammar Gheddafi in Italia - Discorsi".

Università La Sapienza, giovedì 11 giugno 2009

"Buonasera. E' un grande onore per me incontrare i docenti e gli studenti di questa antica università. Poiché questa è la mia prima visita in Italia ci tenevo molto a parlare con persone importanti, con le figure efficienti e fondamentali della società italiana: gli studenti e i professori.Ormai siamo entrati in una nuova fase delle nostre relazioni bilaterali e quindi dobbiamo parlarci e dialogare e concordare insieme perché abbiamo pattuito di stringere un'amicizia, di essere sinceri gli uni verso gli altri e di camminare insieme per superare gli effetti di un odioso passato. Forse la generazione attuale non sa quello che è stato commesso in Libia dagli italiani durante l'epoca coloniale, però i libici hanno dovuto bere quel calice amaro. Ogni famiglia libica ha sofferto a causa del colonialismo. Non c'è una famiglia in Libia in cui non ci sia stata una persona uccisa, ferita o deportata oppure vittima dello scoppio di una mina. Se si domandasse a qualsiasi libico, racconterebbe questo. Se tu gli chiedessi di suo nonno, ti direbbe che è stato ferito o ucciso o deportato come traditore. Ma, purtroppo, l'attuale generazione italiana probabilmente non conosce questo passato, al punto che molti italiani quando sentono parlare di "indennizzo" o di "scuse" al popolo libico chiedono "Perchè mai ci dobbiamo scusare, che cosa mai dobbiamo indennizzare?". Il popolo italiano deve sapere, studiare la storia, affinché non si ripetano gli errori commessi in passato. Se uno Stato che ha colonizzato un altro Stato poi indennizza quel popolo colonizzato, questo fa in modo che non si ripeta il colonialismo in futuro. Finché chi colonizza un altro Stato è costretto a indennizzare, i colonizzatori si asterranno dal colonizzare gli altri. Capiranno finalmente che il progetto colonialista è un progetto fallimentare e condannabile: quindi perché mai ripeterlo nuovamente? Il nostro scopo è proprio quello di impedire che il colonialismo si possa ripetere un'altra volta, perché, come ho detto, le nuove generazioni non conoscono il colonialismo e quindi potrebbero commettere lo stesso errore nuovamente. E' doveroso che i testi scolastici insegnino questa lezione. Il proverbio dice "Per ogni situazione, un detto", ed è in tale prospettiva che dobbiamo affrontare questo discorso, parlare di queste cose, sia alla presenza dei docenti universitari sia degli studenti universitari. I libri di testo, di qualunque istituto di educazione nel mondo, devono impartire questa lezione. Però questa lezione e questo programma di studi devono essere neutrali, scientifici e non di parte, faziosi; non devono essere allineati, altrimenti insegneremmo alle nostre generazioni l'errore. Se dovesse riapparire un'altra volta Mussolini e lo giudicassimo, potrebbe darci una lezione sbagliata, non dovremmo ascoltarlo, perché non sarebbe imparziale. Dobbiamo ascoltare lo storico veramente neutrale, che si trova dalla parte della scienza pura. E quando noi insegniamo la storia nella sua verità ne possiamo trarre un utile per la nostra vita; se invece impartissimo dei programmi di insegnamento sbagliati, sarebbero apprese nozioni sbagliate che porterebbero a comportamenti sbagliati, e quindi falliremmo. Voi non sapete che il popolo libico nel 1911 non conosceva neanche dove si trovasse l'Italia né che vi fossero ostilità o problemi con l'Italia. Fu sorpreso dal fatto che un Paese come l'Italia lo bombardava con i cannoni dalle navi, arrestava i libici a migliaia e li deportava verso i luoghi di esilio. Il popolo libico si meravigliò, si domandò cosa avesse mai fatto per meritare questa punizione. "Chi sono questi che ci vengono a bombardare con le navi?". Hanno  risposto che erano italiani. "E da dove sono venuti?". Hanno detto che erano venuti dall'Europa. "Ma che cosa hanno a che fare con noi, perché ci bombardano?". E hanno detto loro che l'Italia voleva occupare la Libia quindi non ebbero alternativa che resistere. Se voi veniste sorpresi da un bombardamento nelle vostre strade e nelle vostre case e chiedeste chi vi sta bombardamento e vi rispondessero, ad esempio, che sono i greci, naturalmente cerchereste di resistere. Vi chiedereste che colpa avete commesso per essere aggrediti da loro. Questo è avvenuto per tutti i popoli che sono stati colonizzati: nei Paesi arabi, nei Paesi africani, in Asia, nel Terzo Mondo, in tutti i continenti. Popoli tranquilli e pacifici nelle loro case sono stati aggrediti dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalla Germania, dall'Italia, dalla Spagna, dal Portogallo, dall'Olanda e infine dagli Stati Uniti. Questa è un'ingiustizia e andrebbe studiata e capita; quindi questi popoli hanno diritto a richiedere un indennizzo. Non solo la Libia all'Italia ma tutti gli altri Stati, affinché non si ripeta più il fenomeno del colonialismo.Questa è l'origine, la causa dei problemi che dobbiamo affrontare adesso. Attualmente c'è il problema del terrorismo. Qual è il motivo di questo problema? Naturalmente l'azione terroristica è condannabile: la maggior parte delle vittime sono degli innocenti disarmati, ma la causa dell'esistenza di questo terrorismo qual è? Penso che sia una conseguenza che deriva dall'esperienza del colonialismo. Il mondo islamico, per esempio, è stato colonizzato da parte di Stati che professavano il Cristianesimo. Cristo è innocente per questi atti, Cristo è un profeta di pace, un messaggero di pace. Cristo diceva "A chi ti colpisce sulla guancia destra tu porgi la guancia sinistra", "A chi ti chiede una parte del tuo vestito daglielo tutto". E ancora "Se qualcuno fa un passo per riconciliarsi con te, tu fanne cento". Diceva "Amate i vostri nemici perché è scontato che i vostri amici vi amino e che voi li amiate". Eppure l'aggressione è avvenuta proprio da parte di Stati che professavano il Cristianesimo. Successivamente è stata imposta la dipendenza dagli Stati colonialisti. Ogni Stato che ha colonizzato un Paese del Terzo Mondo gli ha imposto una totale dipendenza. "Quelli che governeranno questo Paese che ho occupato devono essere miei agenti, devono dipendere da me. Se vi sono cittadini di questo Paese che sono dei rivoluzionari, dei ribelli che non amano il colonialismo, li dobbiamo far fuori". Così, ad esempio, hanno cercato di liberarsi di tanti leader anticolonialisti, come Nasser perché desiderava che il proprio popolo fosse libero, non voleva il colonialismo, aveva restituito il canale di Suez all'Egitto; hanno ucciso Patrice Lumumba che voleva liberare il Congo, e così tanti altri. Adesso c'è un altro tipo di colonialismo, successivo al colonialismo diretto. I governanti dei Paesi decolonizzati devono dipendere dalle nazioni colonizzatrici, devono essere dei loro agenti. Gli americani volevano uccidere Gheddafi perché non voleva sottomettersi all'America, voleva che il proprio Paese fosse libero e voleva aiutare i popoli che combattevano per la libertà; ma l'America invece non vuole la libertà dei popoli, vuole colonizzare il globo terrestre, perciò voleva uccidere Gheddafi. E poi c’è la corsa ad accaparrarsi le risorse: tuttora i Paesi colonialisti si impossessano delle risorse dei Paesi ex colonizzati, e questo dà vita a una reazione. C'è quasi una derisione verso i popoli che sono stati colonizzati, un'aggressione alle loro risorse, una mancanza di rispetto per la loro indipendenza. Si vuole imporre loro ancora una dipendenza. Si deridono i loro valori, le loro tradizioni, la loro moralità. Abbiamo visto che in Danimarca qualcuno ha raffigurato Maometto usando immagini, fumetti ridicoli. Perché questo? Che cosa c'entra la Danimarca con Maometto? E poi Maometto mica l'abbiamo creato noi. L'ha creato il buon Dio. Vai a litigare con Dio che ha creato Maometto e ne ha fatto un profeta! Tu credi in Gesù? Certo, se tu credessi davvero in Gesù non avresti mai insultato Maometto perché è stato Gesù ad annunciare che ci sarebbe stato un profeta dopo di Lui e che si sarebbe chiamato Maometto. Allora non credi in Gesù se non credi anche in Maometto. La fede dei seguaci di Maometto, come lo siamo noi, sarebbe incompleta se non credessero anche in Gesù, in Mosè e in altri profeti. Quelle immagini realizzate contro Maometto quale risultato potevano portare se non una reazione rabbiosa dei musulmani? Era nel loro diritto farlo, malgrado Maometto sia un profeta per tutti i credenti perché è l'ultimo profeta. E' stato mandato da Dio per indirizzare tutti i popoli, quindi è un profeta anche per gli abitanti danesi. Quello che avviene comporta una reazione ed ecco che è nato il terrorismo, sono apparsi dei musulmani estremisti. Ma chi è responsabile di provocare il terrorismo e l'odio è proprio chi ha cominciato per primo a comportarsi in modo odioso.Il popolo palestinese è un popolo disperso, disarmato: quattro milioni dispersi nel mondo, le loro fattorie e le loro case sono adesso occupate dagli israeliani. Perché non accettiamo il popolo palestinese? Ha subito un'ingiustizia, è stato il popolo palestinese a essere cacciato via dalla propria terra, è il popolo palestinese che è disarmato e disperso; invece si è contro questo popolo ridotto alla miseria e si appoggiano gli israeliani. Allora c'è una reazione da parte del popolo palestinese disperso: il popolo palestinese dovrà resistere e resisterà. Purtroppo c'è una deformazione scientifica della realtà. Tutto quello che ci viene detto proviene da una parte faziosa, non neutrale. Voi sentite dire che i palestinesi bombardano dalla Striscia di Gaza i villaggi israeliani. Se la notizia viene presentata così, ci si domanda: "Perché i palestinesi della Striscia di Gaza bombardano gli israeliani?". Abbiamo diritto di farci questa domanda, non conoscendo la verità. La verità è la seguente: i villaggi che vengono bombardati dai palestinesi erano in origine villaggi palestinesi che avevano anche dei nomi arabi; poi sono stati occupati dagli israeliani che hanno cacciato via gli abitanti e li hanno radunati nella Striscia di Gaza. Hanno cambiato i nomi dei villaggi mettendo dei nomi ebraici e li hanno abitati. Chi è stato cacciato dalla propria casa, dal proprio villaggio, e vede gli israeliani abitare nel villaggio e nella casa dove viveva cosa farà? Prenderà un missile e glielo lancerà! Quando un palestinese si comporta così, gli israeliani dicono: "Ah, vedete, i palestinesi sono dei terroristi! Bombardano le nostre case, i nostri bambini!". Uno dovrebbe rispondere: "Ma quella mica è casa tua, è la casa dei palestinesi che hai cacciato via. Hai portato i tuoi bambini e li hai messi in questa casa, e quindi tu sei responsabile dei tuoi figli". Poi noi lo chiamiamo terrorismo palestinese e facciamo un progetto con il quale chiediamo di fermare il terrorismo palestinese. Questa è una deformazione della storia e della verità; e questa deformazione non ci ha fatto giungere alla soluzione dei nostri problemi. Noi perdiamo mentre il terrorismo aumenta, la guerra aumenta, le sconfitte aumentano, l'odio aumenta; il mondo ha bisogno di un risveglio, ci vuole una rivoluzione culturale che porti a comportamenti corretti. Noi, la Libia e l'Italia, da quest'antica università dobbiamo promuovere l'idea di nuovi programmi di studio che portino all'apprendimento di comportamenti corretti. Altrimenti non sconfiggeremo mai i mali di quest'epoca.Anche l'immagine clandestina è un effetto del colonialismo. Io vedo tanti africani, ad esempio, che vengono in Libia per poi andare in Italia. Chiedo loro perché vogliono andare in Italia o in Europa, e mi rispondono che stanno rincorrendo le risorse che sono state derubate dai Paesi colonialisti. Dicono che l'Europa ha colonizzato l'Africa, si è presa le miniere, l'oro, i diamanti, il ferro, il rame, l'uranio, i fosfati, i frutti della terra africana; li ha portati via, li ha elaborati e li ha rivenduti a caro prezzo. E quindi stanno "andando dietro", stanno seguendo le risorse che sono state loro sottratte. Che cosa posso rispondere? Non abbiamo veramente una risposta a questa domanda. Potremmo dir loro che quanto affermano è giusto, è corretto, cioè che l'Europa si è impossessata in modo improprio delle risorse dell'Africa. Se l'Europa potrà restituire queste risorse, allora gli africani potranno rimanere in patria: questo è un discorso logico. Come si fa a restituire le risorse sottratte all'Africa? Ci sediamo, discutiamo e raggiungiamo un accordo. Non abbiamo il vertice del G8 che si terrà in Italia il mese prossimo? Potremmo trovare una soluzione. Intanto riconosciamo di aver sottratto impropriamente quelle risorse, di aver sfruttato l'Africa, di averla colonizzata, di aver trattato quelle popolazioni come animali, come schiavi, perché questo è effettivamente accaduto in passato. Ci dobbiamo scusare di quanto accaduto, chiedere perdono, assicurare che non si ripeta più. Dobbiamo pensare alle risorse sottratte e a come restituirle ai legittimi proprietari.Se qualcuno entrasse in casa tua e prendesse con la forza le tue cose – soldi, gioielli, mobili – e le portasse a casa propria, se questa persona fosse nota e la sua casa altrettanto conosciuta, tu gli correresti dietro, chiunque gli correrebbe dietro: questa è, un po' in breve, l'immigrazione. Ma qual è la soluzione? Restituire quanto sottratto da quella casa! Il ladro ti potrà dire che quei soldi li ha già spesi, i gioielli li ha venduti, i mobili ormai sono usati, ma questo non lo dispenserà dal debito che ha. Come può indennizzarti? Per esempio, dando dei soldi a fronte di tutto quello che aveva portato via, oppure dando una casa al posto di quella che ha derubato. Ci sono dei tribunali e dei giudici che deliberano così, ed è questo che dovrebbe avvenire. Ci incontreremo insieme al G8 aperto agli altri Stati e diremo che questi popoli, soprattutto gli africani, sono stati colonizzati e derubati delle loro risorse; e che ora stanno andando dietro alle loro risorse. Questa è l'immigrazione. Che cosa facciamo quindi? Per esempio, come sono stati immessi miliardi di dollari nelle casse delle banche per evitare il fallimento allo stesso modo si immettano in Africa, come indennizzo. Questo non è un regalo, non è una carità: è un diritto.Qual è il nostro guadagno? Che così l'immigrazione si ferma e vinciamo una grande sfida di quest'epoca. Io, se Dio vuole, dirò questo al G8 e lo dirò anche all'assemblea generale dell'ONU. L'immigrazione e il colonialismo sono due questioni importanti come il terrorismo. L'Italia e la Libia rappresentano un esempio da seguire per gli altri. Tutti i Paesi che hanno colonizzato devono risarcire le ex colonie, condannare il colonialismo, riconoscere le proprie responsabilità, chiedere scusa per quanto successo.  Ma chi ascolta, chi comprende davvero queste parole? Il mondo vive un momento di fallimento, di crisi culturale e ideologica. Per questo parlo a voi, docenti e studenti universitari. Forse possiamo dare al mondo un nuovo spirito. I politici non hanno tale compito, che riguarda la cultura e l'ideologia e che è invece compito vostro, dei docenti e degli studenti. La cultura, l'ideologia che creiamo deve poi essere applicata dalle classi politiche. Se saranno seri i docenti e gli studenti, e la nostra voce sarà alta, potremo coprire il mondo con pubblicazioni e libri, con trasmissioni televisive, con Internet, per poter chiedere ai governanti dove stanno andando, dove ci stanno portando, e poter dire loro che non pensano al bene dei popoli e non li rispettano. Perché i popoli vogliono una cosa e i governanti ne fanno un'altra: per esempio, il popolo americano non vuole la guerra, ma il Governo americano impone la guerra e così muoiono tanti americani nelle guerre in Iraq e in Afghanistan, perché questa è la volontà del Presidente. Il popolo americano non voleva certo uccidere i bambini libici, fu il presidente Reagan a uccidere i bambini libici il 14 aprile 1986. Li ha uccisi mentre dormivano. Il popolo americano voleva questo? No, mai! Quindi non c'è rispetto verso i popoli. Credo che i popoli un giorno arriveranno a esercitare il potere, si autogoverneranno tramite i congressi e i comitati popolari. Com'è strutturata attualmente la rappresentanza politica, ridotta a uno slogan, è una presa in giro, non è una vera rappresentanza del popolo. Non c'è democrazia senza i congressi e i comitati popolari. Il partitismo impedisce la democrazia il governo rappresentativo è un governo inesistente. Ma le masse arriveranno al potere del popolo, stanno marciando verso il potere".


Le 16 cose che la Libia non vedrà più

  1. Non vi era alcun bolletta elettrica in Libia; l’elettricità era gratuita per tutti i cittadini.
  2. Non vi era alcun interesse sui prestiti, le banche in Libia erano di proprietà dello Stato, con i prestiti concessi a tutti i suoi cittadini a zero per cento di interesse dalla legge.
  3. Avere una casa era considerato un diritto umano in Libia.
  4. Tutti i novelli sposi in Libia ricevevano 60 mila dinari (US $ 50.000) da parte del governo per acquistare il loro primo appartamento per così contribuire ad avere una famiglia.
  5. Istruzione e cure mediche erano gratuite in Libia. Prima di Gheddafi solo il 25 per cento dei libici erano alfabetizzati. Oggi, la cifra è all’83 per cento.
  6. Per intraprendere la carriera agricola, avrebbero ricevuto gratis terreni agricoli, una casa agricola, attrezzature, sementi e bestiame per avviare le loro fattorie.
  7. Se i libici non riuscivano a trovare il sistema scolastico o medico di cui avevano bisogno, ricevevano fondi del governo per andare all’estero, non solo, ottenevano 2.300 US $ al mese per indennità di alloggio e auto.
  8. Se un libico comprava una macchina, il governo sovvenziona il 50 per cento del prezzo.
  9. Il prezzo del petrolio in Libia era di 0,14 $ per litro.
  10. La Libia non ha debito estero e le sue riserve pari a $ 150 miliardi sono ora congelate a livello globale.
  11. Se un libico non era in grado di ottenere l’occupazione dopo la laurea lo stato avrebbe pagato lo stipendio medio della professione, come se lui o lei fosse impiegato, fino a quando l’occupazione non veniva trovata.
  12. Una parte di ogni vendita del petrolio libico veniva accreditato direttamente sui conti bancari di tutti i cittadini libici.
  13. Una madre che dava alla luce un bambino riceve 5.000 dollari USA.
  14. 40 pagnotte di pane in Libia costavano 0,15 $.
  15. 25 per cento dei libici sono laureati.
  16. Gheddafi ha effettuato il più grande progetto al mondo di irrigazione, per rendere l’acqua facilmente disponibile in tutto il deserto del paese.

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