domenica 2 dicembre 2012

UN FIGLIO DELL'UOMO

PERCHÉ IO SONO UN BAMBINO

Guardami negli occhi, presidente del Fondo Monetario Internazionale, guardami negli occhi manager multinazionale, guardami negli occhi politicante occidentale, dell'est, del sud, del nord; guardatemi negli occhi, 
voi, capi delle chiese umane... guardatemi bene negli occhi perché tra poco non ce la farò più io a reggere il vostro sguardo. Ho camminato da quando ho imparato a camminare; ho scavato da quando ho imparato ad usare le mani; ho pensato da quando il mio cervello ha iniziato a decifrare il muro che mi ostacola in ogni dove. E tutto questo l' ho imparato quasi sempre per mangiare. Quelle poche volte che ci sono riuscito.Voi sapete cos'è la fame, tanto che mangiate ogni minuto, producete sempre di più perché "non si sai mai", perché avete il terrore di trovarvi senza mangiare. Lo avete provato solo quando siete nati. Un ricordo ancestrale che vi terrorizza. Quegli istanti nei quali il vostro pianto straziante annunciava l'urgente, inderogabile necessità del mangiare. Guardatemi bene negli occhi, non fate finta di non capire. A me, quel pianto straziante, quel pianto giusto, non mi ha mai abbandonato. Solo adesso forse, mi lascerà. Se qualcuno spiega i perché di questo nostro lento addio, lo lasciate a parlare nella notte delle coscienze, magari gli date un premio purché, poi, taccia per sempre. Se qualcuno cerca di risolvere i perché di questa sistematica condanna a morte, lo schiacciate come un insetto fastidioso.
Parlate di pace, ma non ce n'è uno di voi che rinuncerebbe ai soldi delle armi; parlate del mondo diseguale e continuate a renderlo tale.
Io sono proprio arrivato alla fine ma voi non potete alzare la testa, dovete guardarmi, quaggiù, ancora negli occhi... Dovete guardare qui sotto, dove non avete mai guardato veramente; dovete guardarci, noi bambini.
Ci avete tolto l'infanzia e parlate di democrazia. Dite: "ma una volta era peggio". Forse, ma sicuramente, quella volta, era meno cinica. Non arrivava nessuno in aereo a dirci "vi aiuteremo" e poi l'oblio del silenzio che copre la menzogna.
Voi avete chiuso la porta sulla vostra vita. Credete che si "è" solo se si abbandona la propria infanzia. Niente malinconie. Adesso, maturi, proiettati verso il futuro, più forti e belli che mai; pronti alle sfide; adesso basta un "click"; senza storia, né memoria.
Per questo vi ho continuato a dire "guardatemi negli occhi"; perché io sono la vostra storia, quella vera, e sono quindi il vostro fallimento. Me ne vado senza speranza, io, che della speranza sono l'essenza, e sono troppo piccolo per pensare che qualcuno dopo di me cambierà questo mondo ipocrita.
PERCHÉ IO SONO UN BAMBINO E VOLEVO SOLO VIVERE PRIMA DI MORIRE...
(anonimo)

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